Freon Festival
19 dicembre 2010
ore 16
Ex-Mattatoio
Piazza Giustiniani, Roma
Lorenzo Romano (1985)
Kyrie eleison: una trascrizione (2007)
Freon Ensemble
Giuseppe Pelura flauto
Paolo Montin clarinetto
Caterina Bono violino
Luca Peverini violoncello
Note
Il brano qui proposto è una trascrizione per un quartetto misto di fiati ed archi del primo Kyrie della Messa della Domenica, originariamente composto per organo da Girolamo Frescobaldi nel 1635 e contenuto nella raccolta che va sotto il nome di Fiori Musicali.
Come scrisse il compositore nella prefazione all’opera: Con questo mio libro dirò solo che il mio principal fine è di giouare alli Organisti hauendo fatto tale compositione di tal stile di sonare, che potranno rispondere a Messe & à Vespri.
Questi pezzi rispondono quindi a delle necessità pratiche e costituiscono un repertorio cui ogni organista può attingere per accompagnare la liturgia. Come il titolo lascia presagire, si tratta di un compendio di tutti i generi di musica tastieristica che Frescobaldi aveva praticato nella sua vita: toccate, canzoni, capricci, ricercari e versetti per organo. Accanto ad essi, però, vi troviamo anche Kyrie e Christe da suonare alternativamente al canto della monodia liturgica secondo la prassi dell’epoca.
Il materiale melodico principale di questa serie di pezzi riprende le melodie gregoriane di tre messe: della Domenica, degli Apostoli e della Madonna. Queste melodie gregoriane permeano tutti i brani sia come cantus firmus, ovvero melodie sotto forma di note lunghe a cui si aggiungevano le altri parti in contrappunto, sia come fonte di materiale tematico-imitativo. Pur essendo una serie di composizioni per organo, il compositore ferrarese non le scrisse in intavolatura come normalmente succedeva, ma le compose in partitura, poiché come afferma lui stesso nella prefazione: stimo di molta importanza à sonatori, il praticare le partiture perchè non solo stimo à chi ha desiderio affaticarsi in tal compositione ma necessario Essendo che tal materia quasi paragone distingue e fa conoscere il vero oro delle virtuose attioni dal Ignoranti
La dichiarazione nella prefazione rivela una duplice natura: da una parte i Fiori musicali sfruttano a pieno le tecniche tastieristiche per arrivare a quella comunicazione di “affetti” che il compositore aveva già individuato nella musica strumentale, dall’altra parte si riallacciano fortemente alla tradizione contrappuntistica vocale che aveva contraddistinto la musica sacra fino a quel momento. È come se Frescobaldi avesse voluto aggiungere il parametro timbrico a quello già presente del contrappunto delle parti: una riproposta della tradizione polifonica attraverso il suono dell’organo che si sostituisce alla voce.
Il mio avvicinamento ai Fiori musicali è avvenuto grazie al mio maestro di composizione Mauro Cardi che mi ha trasmesso tutto il suo entusiasmo per tale opera.
Essa ha rappresentato per me un culmine dello studio del contrappunto che avevo praticato fin dal primo anno di corso: partendo da una nota contro una a due parti, sono arrivato a comporre esercizi che prevedevano quattro, cinque, sei parti con una in cantus firmus e le altre fiorite. Questo studio tecnico, molto importante per qualsiasi compositore, però, vive nella tentazione di rimanere un esercizio astratto. Questa opera di Frescobaldi mi ha fatto capire più di ogni altra quanto tutto quello che avevo studiato si potesse concretizzare in una musica di alto valore artistico: nei Kyrie e nei Christe presenti nei Fiori Musicali ho ritrovato tutte le regole che avevo sfruttato nei miei esercizi, nessuna di esse vi era elusa, ma nello stesso tempo vi risuonava un espressività pura in cui ogni cellula tematica acquistava valore nel fitto intreccio delle parti. Non a caso ho scelto di trascrivere un Kyrie: uno dei pezzi che maggiormente si discosta dal genere strumentale per coniugare il contrappunto della prima practica con gli “affetti” della seconda. Questa operazione rappresenta già la trascrizione di una tradizione vocale in una nuova concezione musicale che ruotava attorno alle possibilità espressive dell’organo.
E da qui che sono partito per riprendere e attualizzare questo piccolo pezzo: come Frescobaldi era riuscito ad inserire l’espressività secentesca nella tradizione vocale, ho tentato di riprendere la stessa tradizione filtrata dal compositore ferrarese per riproporla oggi. La trascrizione, che ha alle sue spalle importanti precedenti anche nella musica del novecento, non può essere semplicemente una trasposizione di una musica da uno strumento ad un altro, ma deve essere una reinterpretazione alla luce dell’esperienza presente del trascrittore. Il mio mondo musicale, ma anche sonoro, non è più quello di Frescobaldi: non avrebbe senso limitarsi a distribuire ai vari strumenti le voci così come si presentano nella partitura originale.
Ho utilizzato un quartetto composto da un flauto, un clarinetto, un violino e un violoncello. Le altezze assolute sono state rispettate tutte, eccetto la parte finale in cui le voci si proiettano come ombre nelle loro regioni più acute. Il flauto enuncia interamente il cantus firmus che nella composizione di partenza era posto nella parte del soprano. La stabilità dell’impianto architettonico della composizione mi ha permesso di tralasciare l’aspetto contrappuntistico per soffermarmi su quello timbrico. L’idea principale, motore della trascrizione, consiste nel raddoppio delle parti tematiche con dei suoni armonici prodotti dagli archi: il fisso suono armonico crea degli scontri e delle dissonanze non presenti nella partitura originale, ma allo stesso tempo, a causa della sua natura eterea, rimane un fattore eminentemente timbrico e non contrappuntistico. A questo processo ho aggiunto una serie di coloriture come trilli enarmonici, trilli di quarti di tono e tremoli di vario tipo: questi abbellimenti potrebbero essere letti come un nuovo modo di ricreare gli affetti frescobaldiani alla luce delle moderne tecniche strumentali.
Il titolo, Kyrie Eleison: una trascrizione, sta a significare che il mio lavoro è solo uno dei tanti modi di riproporre Frescobaldi oggi, ma indica pure che tra tutti i modi possibili, questo è ciò che rispecchia di più il mio rapporto con la sua musica.
Vorrei ringraziare il maestro Mauro Cardi per avermi fatto scoprire queste bellissime composizioni e per avermi seguito pazientemente nella stesura di questo lavoro.
Biografia
Lorenzo Romano è nato a Firenze nel 1985. Studia composizione sperimentale al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze con Mauro Cardi e Paolo Furlani. Da ottobre 2010 partecipa al programma di scambio Erasmus presso l’Universität für Musik und Darstellende Kunst Graz, dove studia con Beat Furrer. Ha seguito vari masterclass e workshop con Stefano Gervasoni, Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele, Hugues Dufourt, Fabio Cifariello Ciardi.
Fino ad oggi ha composto musica da camera con e senza voce, un’opera da camera, musica per orchestra, si è occupato anche di live electronic e di musica elettronica per video art. La sua musica e suoi video sono stati presentati in festival e manifestazioni come: stagione teatrale Anhaltischen Theaters und Bauhaus Dessau, Sachsenburg (Bramada trio, Austria), MiXXer (Ferrara), Freon Festival (Roma), ‘900 e oltre (Firenze).
Nel 2008 si è laureato in storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Firenze.