photo©MatteoRossi Fonte
GIULIANO BRACCI
Con il disincanto, l’incanto e la frenesia (2008)
per 2 voci, flauto, chitarra, arpa.
Su testi di Amelia Rosselli.
Atlante Sonoro XXI
Sabato 17 aprile 2010 – ore 21.30
Ex-Mattatoio – Piazza Giustiniani, Roma
Ingresso libero
Freon Ensemble
Laura Polimeno, Daniela Troilo voce, Giuditta Isoldi flauto, Giulio Arnofi chitarra, Nazarena Recchia arpa, Massimo Bartoletti direttore
Vai al programma di ATLANTE SONORO XXI: SPETTRO 17/18 aprile
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Scrivere Il disincanto, l’incanto e la frenesia è stato un modo per entrare in un contatto più intimo con la poesia di Amelia Rosselli. Le sue parole scivolano su una logica apparentemente limpida, cartesiana, ma procedono per adiacenze foniche o sintattiche verso territori inaspettati. Qui si accumulano e vanno in cortocircuito una moltitudine di sensi e di voci che ci parlano di corpi, di amore, di malattia e di guerra.
Il mio lavoro, a partire da una selezione di frammenti da La Libellula (1958), è stato quello di scavare nel corpo sonoro delle parole, cercando di dare alle risonanze uno spessore timbrico, di disegnare con piccoli gesti un paesaggio sonoro e un tempo dell’ascolto percorsi e plasmati da tensioni e attese.
La presenza di due voci risponde all’esigenza di portare una ridondanza del verso in una dimensione polifonica più contratta ed esile. Così le voci sono un essere doppio e gli strumenti sono pensati come un unico corpo risonante da cui queste voci nascono e in cui si reimmergono.
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TESTI
AMELIA ROSSELLI photo©DinoIgnani Fonte
I testi sono frammenti tratti da:
Amelia Rosselli, La libellula, in Le poesie, Garzanti, 1997
(Vi sono tra parentesi quadre parti di testo non utilizzate)
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Io non so se tu cadi o tu tremi, tu non sai se io piango
o dispero, tu non sai se io rido
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Trovate Ortensia
che muore fra i lillà fragile e dimenticata.
[Sorridente e fragile fra i lillà della vallata
impietosita; impietrita. Trovate Ortensia che
muore sorridendo di tra i lillà della vallata,
trovatela che muore e sorride ed è stranamente
felice fra i lillà della villa, della vallata
che l’ignora. ] Popolata è la sua solitudine di
spettri e di fiabe, popolata è la sua gioia di
strana erba e stano fiore, [ – che non perde l’odore.]
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Per i suoi occhi bianchissimi, – per le sue
membra limpidissime, io vado cercando la gloria!
Per le sue membra dolcissime, per i suoi occhi
rapidissimi, io vado cercando gente che nasconda
armi nella fratta. Per i suoi occhi bianchissimi,
per la sua pelle lievissima per i suoi occhi
Furbissimi, io vado cercando gente che nasconde.
Per i suoi occhi leggerissimi e per la sua bocca
fortissima, io cerco gente fortissima, che nutra
me e lui insieme nella notte fra e bianche ali
degli angioli fortissimi, dolcissimi, leggerissimi.
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[Dissipa tu se tu
vuoi questa mia debole vita che si incanta ad
ogni passaggio di debole bellezza;] dissipa tu
questo mio incantarsi, [dissipa tu
se tu vuoi la mia eterna ricerca del bello e
del buono e dei parassiti.]
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disfa la luce, disfa la notte e l’incontro.
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GIULIANO BRACCI